Lo scenario italiano: utilizzo della tecnologia nel rapporto fornitore/cliente
Nonostante l’Italia sia stato uno dei primi paesi al mondo, e il primo in Europa, a implementare un modello di fatturazione elettronica obbligatoria tra aziende, rimane ancora oggi un gap importante da colmare sul piano dell’adozione di tecnologie per agevolare lo scambio di dati tra fornitori e clienti.
Questo impegno verso la fatturazione elettronica ha portato grandi benefici al sistema industriale e alla macchina burocratica dello Stato, come si legge dall’ultimo rapporto Istat (pag.39). Grazie all’introduzione dell’obbligo di legge, l’uso della fatturazione elettronica tra il 2018 e il 2023 è passato dal 41,6 al 97,5% delle imprese. Questa politica digitale – introdotta per lo più a scopo “anti evasione” – ha creato però una situazione piuttosto polarizzata.
Per via di questo squilibrio paradossale sui generis, oggi l’Italia si colloca nella posizione più avanzata tra i Paesi dell’Unione europea per quanto riguarda l’adozione di processi digitali per la fatturazione elettronica e, al contempo, si trova in netto svantaggio rispetto agli altri sull’uso di tecnologie abilitanti nel rapporto fornitore/cliente. Includendo tra queste anche lo scambio di dati relativi agli ordini e alla loro evasione.
Come si evince dai dati su base Eurostat, l’Italia è al primo posto fra 4 potenze economiche europee nell’implementazione della fatturazione elettronica ma ultima nelle tecnologie di scambio dati fornitori/clienti. (Source: Eurostat)
Nonostante l’Italia sia stata da ispirazione per altri Paesi da quando si sono iniziati a concretizzare i benefici della digitalizzazione derivanti dalla fatturazione elettronica, il rischio che corrono le imprese nostrane di oggi è sfruttare solo una minima parte del progresso tecnologico in ambito B2B.